Il crollo di Piano Giovani, documentato dal vivo

E alla fine della fiera, piano giovani, è crollato. Migliaia e migliaia di accessi, hanno mandato in down l’intero sito, che è risultato inaccessibile già subito dopo l’apertura delle iscrizioni. Fra tutti i giovani che hanno provato e riprovato, pochissimi hanno avuto la possibilità di inviare la propria richiesta. Gli altri, hanno potuto solo mangiarsi le mani di rabbia di fronte alla schermata d’errore, e rassegnarsi. Ma ciò che rende la cosa ancora più triste, è la beffa, che si aggiunge al danno. Infatti è di oggi l’ANSA che riporta le parole dell’assessore alla formazione Nelli Scilabra, che nel suo incontro con i giornalisti, empatizza coi cciovani traditi, tergiversa, e chiede le teste di chi ha sabotato l’operazione.

(la notizia su ANSA)

Ed è qui, che personalmente, mi parte l’embolo. Sempre personalmente, sono passato sopra l’organizzazione viziata di questo progetto, male organizzato, mal gestito, e che non offre nulla, se non un posto da servetto sfruttato, con nessuna garanzia per il futuro. Ma alla fine, uno ci sta anche, pensando “meglio di niente, c’è bisogno di qualche euro in tasca… ed in fondo da qualche parte bisognerà pure iniziare, facciamo un po’ di esperienza”.

Certo, in fondo, proporsi -come per esempio ho provato io- come art director, graphic designer, e trovarsi una proposta come art director/web designer/esperto in programmazione linguaggi web, ti fa pensare che qualche furbone ha architettato come coprire TRE posizioni importanti con UN SOLO stronzo da sfruttare per nemmeno 500 euro al mese, senza nessuna garanzia. E ti fa male vedere come non ci sia garanzia né dalle aziende (e magari, è anche logico che sia così, un’azienda mira al profitto, non al rispetto) né dal governo regionale, che invece, dovrebbe essere garante dei diritti del cittadino, ma lascia che ognuno faccia quel che gli pare. Non è giusto nemmeno aspettarsi questo dalle aziende, ma siamo realisti, e parliamo di quella che è la realtà. E facciamo che come detto sopra, alla fine da qualche parte bisogna pure inziare.

Ma davvero, portare avanti un progetto in maniera così raffazzonata, senza programmazione, e sperare nell’impossibile, è davvero troppo da tollerare. Ed ancora più intollerabile, è questo scarica barile, questo fumus persecutionis nei confronti di ipotetici sabotatori. L’offesa più grande, insomma: quella all’intelligenza di chi ascolta.

Perché vedi, cara Scilabra, che tutto sarebbe andato così, era ovvio a chiunque, anche a me che probabilmente sono meno qualificato e preparato di te. Non puoi pretendere che con la creazione di un sitarello come quello che era ‘piano giovani’ (peraltro complicato, per nulla intuitivo, senza nessuno studio sull’usabilità e sull’interfaccia) regga gli ovvi accessi di migliaia di utenti senza l’adeguato supporto di server adatti. Il down, era scritto, era ovvio.

Così come cara Nelli, non capisco cosa pretendessi da questo sistema: che magicamente si creassero altri posti di lavoro? Un assessore regionale alla formazione, dovrebbe sapere BENISSIMO che la Sicilia è una regione con lavoratori più nel settore pubblico che non in quello privato, e che non brilla assolutamente per numero di imprese (dati ISTAT ci danno all’ultimo posto in Italia, con 46.4 imprese ogni mille abitanti, contro la media nazionale di 65.4); inoltre, se consideriamo che secondo Confartigianato la Sicilia ha il più alto tasso di disoccupazione giovanile -quasi il 30%- d’Italia, vorrei capire: speravi che magicamente, l’apertura di ‘piano giovani’ facesse fioccare richieste di occupazione da aziende inesistenti? O già al massimo delle loro capacità?

E cercare di fare scaricabarile, prima empatizzando coi giovani delusi, e poi scaricando la colpa su immaginari sabotatori, è una presa per il culo intollerabile. Così come lo è la seconda parte del progetto che offre beni confiscati alla mafia alle startup; un contentino, un osso da buttare ai cani per distrarli dal problema principale, una inutile speranza di prendere qualcosa a questa seconda tornata.

Sono indignato Nelli, perché avresti dovuto essere simbolo e spalla di quei giovani capaci che vogliono farcela, ed invece, parli di coworking, di sharing economy, lanci paroloni senza sapere di cosa stai parlando, né se ciò di cui parli sia fattibile. E non lo è fidati, se prima non butti le basi per una VERA cultura del lavoro, che rispetti il lavoratore e renda il giusto profitto. E’ come montare le ali ad un carretto, e pretendere che attraversi in volo l’Atlantico.

Quindi, facci un piacere, Nelli, a te, e a tutti i cciovani traditi: il ‘piano giovani’, infilatelo dove sai tu. Lascia perdere le responsabilità, sono già accertate. Non cercare un capro espiatorio per mancanze soprattutto tue e di chi con te ha spinto per un progetto senza porvi le concrete basi. Rimboccati le maniche, e cerca di fare qualcosa di concreto, di vero. Per i cciovani, e per te stessa. Ma non prenderci mai più per il culo come hai fatto ora, perché confondere la pazienza e la disperazione, con l’idiozia, è un grave, gravissimo peccato.