Di Net neutrality si era già parlato su TASC pochissimi giorni fa, e se sconoscete l’argomento o volete rinfrescarvi la memoria potete farlo da qui o guardando questo video:

Ma veniamo al momento attuale: mentre l’europarlamento vota una norma che prevede il progressivo abbattimento dei costi sul roaming fino alla totale eliminazione nel 2017, dall’altro gli si affianca l’inquietante normativa posta a regolamentare la cosiddetta “net neutrality”, in parole povere un fondamento non scritto che prevede un trattamento paritario dei dati da parte dei provider internet, a prescindere dall’origine che questi dati hanno. E’ un argomento assolutamente nuovo per il parlamento europeo, che ha discusso e deciso sull’argomento con una velocità estrema, lasciando davvero poco spazio al dibattito ma soprattutto facendolo in maniera per nulla trasparente nei confronti dell’opinione pubblica.

Per comprendere meglio la situazione basti considerare che per esempio in America, patria natìa delle più importanti società internet l’argomento è ancora vivacemente discusso sin dal 2014, quando il presidente della FCC (Federal Communications Commission) Tom Wheeler rese pubblico un piano per permettere ai maggiori provider americani come Comcast, AT&T e Verizon, di poter richiedere pagamenti alle utenze per ottenere corsie preferenziali sulla rete

(continua su Medium)